Dovrebbe arrivare “nei prossimi mesi” il gemello digitale della Garisenda, a supporto del lavoro di monitoraggio e messa in sicurezza della torre ‘malata’ di Bologna. A confermarlo è il presidente del Cineca, Francesco Ubertini, in un’intervista all’agenzia Dire. “Avremo un gemello digitale della Garisenda- spiega Ubertini- che sarà parte del gemello digitale più ampio della città, per fornire previsioni di comportamento in tempo reale che si aggiornano e dialogano con il sistema di monitoraggio della torre fisica”. Già esistono modelli previsionali, ma in questo caso si tratta di “far evolvere il tutto verso l’ottica di un gemello digitale- continua il presidente del Cineca- significa automatizzare i processi, averli spendibili immediatamente e renderli comprensibili da tutti”.
Il gemello digitale, sottolinea Ubertini, “è più di un modello previsionale. Recepisce lo stato della realtà e ha capacità previsionale, che viene restituita in tempo reale per valutare e assumere decisioni”. Anche in questo caso, assicura l’ex rettore, “l’Università di Bologna fornirà tutto il supporto scientifico per farlo”. Quanto alle tempistiche, “le prime cose si vedranno nei prossimi mesi- spiega- ma è un lavoro che non finisce. Sono strumenti che vanno sempre aggiornati, il gemello digitale va visto in quest’ottica. Per le prime cose, comunque, sì: parliamo di mesi”. Ubertini è stato incaricato nelle settimane scorse dal rettore Giovanni Molari di coordinare il gruppo di lavoro formato dagli esperti dell’Alma Mater di Bologna che darà supporto al Comune nelle varie fasi di recupero della Garisenda.”Il sindaco e il rettore si sono accordati nel fare una nuova convenzione all’interno della quale l’Ateneo darà tutto il suo supporto, come in passato- spiega Ubertini- a me è stato chiesto di fare da coordinatore” delle competenze scientifiche all’interno dell’Ateneo. L’intesa ad oggi “è in fase di definizione, per cui a breve sarà completata e presentata. Quindi in questo mio ruolo di coordinamento non sono ancora operativo”. Con questa convenzione, specifica Ubertini, “si rilancia il supporto scientifico dell’Ateneo. Ora c’è la fase di messa in sicurezza, poi ci sarà il restauro e poi il monitoraggio della torre una volta riconsegnata in salute alla città. La convenzione traguarda tutto questo percorso, serve a garantire il supporto scientifico a tendere per i prossimi anni”.
All’Università di Bologna saranno coinvolti diversi esperti, da chi si occupa dei materiali a chi fa i monitoraggi, fino agli specialisti del sottosuolo. “Saranno coinvolte le competenze dei vari gruppi di ricerca dell’Ateneo che hanno lavorato negli anni alla torre- spiega Ubertini- ed eventualmente il coinvolgimento sarà esteso anche ad altre competenze. Ci saranno gruppi di lavoro che saranno attivati in funzione delle esigenze specifiche del Comune nelle varie fasi che attraversano il recupero della torre”.